L'Italia è il Paese che destina la maggiore parte delle proprie risorse alle pensioni a livello globale. Eppure, nonostante ciò, l'età pensionabile continua a salire, arrivando a 71 anni. Ma perché?
Nell'Unione Europea, la spesa complessiva per le pensioni ammonta a 1.882 miliardi di euro, pari al 12,9% del PIL. Tuttavia, la percentuale di PIL destinata alle pensioni varia notevolmente tra i vari Stati membri. Il primato spetta alla Grecia, dove le pensioni rappresentano il 16,4% del PIL, seguita dall'Italia con il 16,3% e dall'Austria con il 15,0%. Al contrario, Paesi come l'Irlanda (4,5%), Malta (6,4%) e l'Ungheria (7,0%) registrano valori decisamente più bassi. Secondo l'OCSE, chi entra nel mondo del lavoro oggi si troverà a pensionarsi a 71 anni, un'età tra le più elevate in Europa. Per accedere alla pensione, è necessario soddisfare determinati requisiti. È possibile andare in pensione anticipata, dopo aver versato 43 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), oppure con la pensione di vecchiaia, che si raggiunge a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Attualmente, il numero di pensionati in Italia è di circa 16 milioni, pari a circa un italiano su quattro, con una spesa annua di 312 miliardi di euro. Ma se l'età pensionabile continua ad aumentare, perché la spesa per le pensioni continua a crescere in modo proporzionale? La causa principale è l'invecchiamento della popolazione. Da un lato, l'aspettativa di vita è aumentata, ma dall'altro, la natalità è in forte calo. Questo fenomeno non solo non fa crescere il numero di giovani, ma aumenta il peso percentuale della popolazione anziana. Secondo le previsioni dell'OCSE, nel 2050 il rapporto tra persone di 65 anni e più e la popolazione tra i 20 e i 64 anni sarà di 74 su 100, uno dei più alti in tutta l'Unione Europea. A contribuire a questa crescita costante della spesa pubblica per le pensioni ci sono anche altri fattori. La disoccupazione, ad esempio, riduce le entrate contributive, aumentando il peso della spesa pensionistica. Inoltre, l'incertezza del mercato del lavoro e la precarietà, con contratti sempre più a termine, limitano ulteriormente le risorse destinate al sistema previdenziale. Diventa quindi fondamentale, per ogni persona responsabile, grazie al lavoro e all'informazione del proprio consulente finanziario, crearsi una propria riserva pensionistica, che vada ad aiutare e supportare nel meritato momento di ritiro dal mercato del lavoro, quando finalmente si avrà tempo libero per godersi le proprie passioni e il tempo libero, senza vedersi diminuire però la qualità della vita e il proprio stile di vita, grazie alla scelta lungimirante e responsabile compiuta decenni prima.
0 Comments
Leave a Reply. |
Archivio
January 2025
Le opinioni e le posizioni espresse sono personali. Il contenuto pubblicato sul presente blog ha scopo puramente informativo e non deve essere inteso come offerta o come sollecitazione ad acquistare o vendere qualsivoglia tipo di strumento finanziario. |