Oggi vi voglio parlare di un caso reale, raccontandovi la storia vera di un ultima pianificazione costruita con un mi cliente, di cui ovviamente cambierò nomi, importi e riferimenti per privacy.
Il nostro rapporto nasce nel 2019, a seguito di una referenza di un altro già cliente che seguo nella pianificazione finanziaria; iniziamo impostando uno spostamento sul conto appena aperto di una somma che rappresenta una piccola percentuale del patrimonio, circa 50.000€ ovvero un 10% del patrimonio finanziario del cliente; restante patrimonio che era investito all'epoca nella parte del 90% interamente presso altre due primarie banche italiane, molto forti e radicate nel territorio veronese dove svolgo la mia professione. Passano gli anni, nel tempo ci si conosce meglio, si comprendono meglio alcuni aspetti e ci si inizia ad aprire anche ad un dialogo che comprende non solo la parte finanziaria, ma i sogni, le aspettative, gli obiettivi del cliente e le disponibilità. Ed è nel corso del tempo che vengo a conoscere l'entità del patrimonio totale del cliente che nel tempo ha visto gli investimenti sottoscritti con i miei suggerimenti, nonostante alti e bassi, progredire e maturare in maniera efficiente, e regolarmente il cliente aggiornarmi con il report degli investimenti, ormai svelato, presso le altre due banche. Arriva il Covid, la ripresa del 2021, comincia il 2022 con la guerra in Ucraina, arriva lo shock sull'inflazione ed il seguente calo degli investimenti azionari ed obbligazionari a seguito del rialzo dei tassi; finisce il 2022 ed inizia il 2023 con un ritrovato ottimismo sui mercati, ma gli investimenti presso le altre due banche continuano a non performare. Gli strumenti sono "piantati", immobili, se i mercati perdono calano simultaneamente, quando i mercati recuperano, come da inizio 2023, i fondi venduti restano al palo. Decidiamo cosi di tirare una riga, dopo qualche consulto insieme analizzando l'intero patrimonio, sull'efficienza effettiva e il comportamento in questi anni degli strumenti, decidendo di vendere questi strumenti inefficienti ormai in possesso da 3 anni, e cambiare. Il cliente vende quindi 450.000 euro di investimenti presso le altre due banche, vedendosi liquidare circa 405.000 euro con una perdita confermata di un 10%, ovvero circa 45.000 euro. Quando si vende un investimento in perdita, qualsiasi strumento, la banca, a seguito della chiusura del deposito contente gli strumenti posseduti e venduti, rilascia un documento chiamato "certificazione fiscale delle minusvalenze"; si viene a generare quindi un credito fiscale trasferibile su qualsiasi banca, con la possibilità di utilizzare quel credito sui futuri guadagni dell'anno in corso e i successivi quattro. Cosa abbiamo costruito insieme? Abbiamo aperto un nuovo contenitore, dichiarando le minusvalenze pregresse provenienti dall'altra banca alla banca con cui lavoriamo, costruendo una strategia semplice, chiara, definita e certa che permetta, grazie a titoli fiscalmente efficienti distribuiti su un orizzonte temporale di 3 anni e mezzo, di generare una plusvalenza garantita di quel 10% circa che il cliente aveva perso con l'altra banca.
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May 2024
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