Uno dei dogmi di più lungo corso negli investimenti finanziari è il cosiddetto portafoglio 60-40.
Ideato da John Bogle, fondatore di Vanguard, il portafoglio prevede una semplice allocazione attuabile con due strumenti; la strategia prevede infatti una diversificazione del 60% investita nell’economia reale, ovvero nelle aziende mondiali, che da sempre offrono i migliori rendimenti a lungo termine, e il restante 40% investito nei titoli di debito del mondo, l’obbligazionario, con la funzione di riduzione di volatilità del portafoglio. Nel corso degli anni infatti, quando le azioni subiscono forti crolli, dovuti ad eventi negativi economici, crisi, guerre o tensioni geopolitiche, i capitali tendono a spostarsi verso i titoli di debito, quale porto sicuro, con la conseguenza di limitare le perdite sulle azioni, da sempre più turbolente e volatili. Negli ultimi 20 anni il portafoglio ha reso mediamente il 10% annuo, garantendo quindi capacità di rendimento e adeguata protezione in grado di limitare i danni, nei sempre presenti momenti avversi dei cicli economici. Questo principio, sempre valido nel passato, ha vissuto un cambiamento radicale nel 2022 da poco terminato, dove sia azionario che obbligazionario hanno visto perdite importanti in quasi tutti i settori e dove l’obbligazionario ha perso la sua funzione di stabilizzatore del portafoglio, visto il calo dei prezzi delle obbligazioni a seguito del violento rialzo tassi. Gli effetti dei rialzi dei tassi delle banche centrali, per contrastare l’inflazione in crescita, ha prodotto effetti devastanti sui portafogli di rischio prudente, o cauto; e gli stessi investitori tranquilli mai avevano visto cali addirittura a doppia cifra sui mercati obbligazionari. L’anno scorso il classico portafoglio 60-40, il cosiddetto “bilanciato” ha perso circa un 16%. Quest’anno il portafoglio ha reso ad oggi un 5,5%, con un picco del 8,9% a luglio. Le prospettive future possono comunque definirsi positive per il portafoglio bilanciato classico, come afferma Vanguard riassumendo il concetto, il miglioramento delle performance attese della componente obbligazionaria del portafoglio è più che raddoppiato rispetto al mondo di fine 2021, ovvero il mondo pre guerra Ucraina e pre crisi inflattiva. Le aspettative sul rendimento annualizzato decennale della strategia sono passate da un 3,8% ad un 6%, prospettandosi quindi verso un decennio di sicuro miglioramento per la strategia del portafoglio, che avendo vissuto anni di obbligazionario a rendimenti zero nell’epoca dei vari allentamenti monetari ora, con i rendimenti attuali della componente obbligazionaria, la strategia, correttamente inserita in un piano definito e cucito a misura insieme ad un consulente finanziario, può continuare a dare soddisfazioni e tornare ad essere funzione stabilizzatrice della controparte azionaria.
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May 2024
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