In questi giorni si parla molto dell'andamento dei mercati azionari in seguito alle notizie provenienti dagli Stati Uniti e dalle politiche di Trump sui dazi. Ma non sempre i movimenti di mercato sono davvero legati alle notizie del giorno.
Spesso sono semplicemente reazioni emotive, influenzate da paure, euforia o voci di corridoio. Questo è quello che chiamiamo “rumore”. Il rumore è ovunque, ed è facile lasciarsi trasportare: una notizia negativa e scatta il panico, una positiva e si corre a comprare. Ma investire così significa navigare a vista, senza bussola. Si finisce per cambiare idea ogni volta che cambia il titolo del giorno, con l’ansia di sbagliare ogni scelta. La verità è che serve un approccio diverso. Serve un piano. Investire con obiettivi chiari, legati alla propria vita reale, e non alle notizie, è l’unico modo per affrontare i mercati con serenità. Quando sai perché stai investendo, ogni scossa diventa più gestibile. E non hai bisogno di controllare ogni giorno cosa fa la Borsa. Investire significa dare un nome ai soldi, abbinare il proprio patrimonio, finanziario e non, a cosa voglio ottenere nella vita, e solo un consulente esperto può aiutarti a mettere nero su bianco tutte le tue caratteristiche finanziarie ed assicurative per delineare un piano; piano che ti aiuti a restare concentrato sui tuoi obiettivi di vita, e non all'andamento di indici e mercati che sono indipendenti da noi e su cui non abbiamo nessun tipo di controllo. Con l'aiuto di un professionista puoi programmare la tua vita economica e finanziaria, perchè da solo non hai ne il tempo, ne spesso la voglia, di affrontare queste domande fondamentali per la tua vita: Perché risparmi? Perchè investi? Perché hai deciso di non spendere anche questo denaro? Per cosa sta risparmiando? Per chi sta risparmiando? Perché è importante il denaro per te? Che cosa è importante che i soldi ti aiutino a fare? Cos'è importante per te nella vita?
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Riporto uno splendido articolo del prof. Ruggero Bertelli, utile per comprendere cosa significa avere una sana cultura finanziaria.
"Si parla molto di educazione finanziaria. A me piace parlare di cultura finanziaria. La differenza consiste nella consapevolezza che l'educazione finanziaria non basta o forse non è necessaria fino in fondo. Mi spiego. Per prendere un medicinale che mi ha prescritto un medico non devo essere esperto di chimica. Può essere utile conoscere la differenza tra il cortisone, l'antibiotico e l'antinfiammatorio, ma è altrettanto chiaro che nel mio caso specifico, considerando il mio stato, la mia età, gli altri medicinali che prendo e altre mille cose, che non riesco nemmeno ad immaginare, solo un medico mi potrà veramente aiutare, fornendo la soluzione migliore. Non devo fare da solo. So che devo approfondire, rivolgermi ad un esperto abilitato all'esercizio della professione. E questa è cultura. Invece di andare a fare ricerche su internet, consultare l'enciclopedia medica, o cercare un amico con il mio stesso problema, devo andare dal medico; e devo fare tanta prevenzione. Non fumare, cercare di muovermi, mangiare con attenzione, bere il giusto, non bere in determinati casi, ecc. Anche questa è cultura. In "finanza" esiste la stessa differenza. Non è importante conoscere neld ettaglio il funzionamento dei mercati, la differenza tra azioni c obbligazioni, obbligazioni High Yield e investment grade, Etf e fondi comuni o Sicav, titoli di Stato e obbligazioni bancarie, sono troppe le sfumature perché queste conoscenze mi possano effettivamente essere utili [...]" Investire esclusivamente in strumenti passivi, come gli ETF, non è sufficiente per garantire il successo di un piano finanziario. Un costo (TER) ridotto, da solo, non determina l’efficacia di un investimento. Allo stesso modo, limitarsi a esaminare i test storici del passato non basta a prepararsi per affrontare l’incertezza del futuro. L’esperienza di un mercato solo in crescita non fa di qualcuno un esperto investitore. In effetti, anche un portafoglio meno performante, gestito con una buona dose di pazienza e determinazione, può superare un portafoglio ben strutturato se quest'ultimo è accompagnato da comportamenti inefficienti. La questione non riguarda tanto la composizione del portafoglio o gli strumenti scelti, quanto piuttosto il comportamento che si adotterà nel caso si verifichino eventi eccezionali, come una crisi simile al 2008, al 2000 o a un periodo simile agli anni ’70, caratterizzato da ribassi superiori al 50% e lunghi periodi di recupero, anche di oltre 15 anni. Cosa accadrebbe se, una volta raggiunti gli obiettivi di capitale, ci ritrovassimo con meno soldi rispetto a quanto investito inizialmente? Creare portafogli con una giusta allocazione tra i vari asset richiede conoscenza, esperienza e un certo distacco emotivo, qualità che solo un professionista preparato può garantire. Credere che basti conoscere alcune nozioni di base sulla finanza o avere familiarità con alcune tipologie di strumenti finanziari per impostare un corretto piano di investimento è un errore che può portare a perdere denaro, energie, tempo e opportunità preziose. Quando si investe, capita spesso di vedere il valore del proprio portafoglio oscillare. Alcuni giorni si guadagna, altri si perde. Ma è davvero una perdita quella momentanea riduzione di valore?
La realtà è che una perdita si concretizza solo quando si chiude una posizione. Fino a quel momento, quello che sembra un rosso in bilancio è solo un rallentamento del percorso verso il proprio obiettivo finanziario. E qui entra in gioco il fattore più prezioso di tutti: il tempo. È il tempo che permette ai mercati di riprendersi, alle strategie di investimento di maturare e agli obiettivi di essere raggiunti. Il detto "il tempo è denaro" non è mai stato così vero come nel mondo degli investimenti. Quindi, invece di preoccuparsi di ogni fluttuazione, bisognerebbe concentrarsi su una strategia di lungo termine e su una gestione del rischio consapevole. Perché la vera risorsa che non possiamo permetterci di sprecare non sono i soldi, ma il tempo. E qui il nostro supporto, il consulente finanziario al nostro fianco entra in gioco, con il supporto emotivo nel ricordarti, soprattutto nei momenti più difficili, del percorso intrapreso, per tornare in serenità sulla strada verso i tuoi obiettivi. Per un 25 enne di oggi che vuole sentirsi autonomo dal punto di vista finanziario, o che semplicemente vuole mettere da parte un piccolo capitale, impostare un piano di risparmio è spesso una difficoltà, a causa di molti fattori:
- il reddito a 25 anni, per quei ragazzi che hanno già un lavoro è troppo spesso basso e difficilmente si hanno capitali importanti con cui andare sul mercato ad investire - le tentazioni in questo mondo consumistico sono tante, e spesso ci troviamo a comprare un mucchio di cose che non ci servono, posticipando il risparmio "ad un altro momento" - risparmiare con un ottica pensionistica per 40 e più anni ci spaventa, perchè non riusciamo a concretizzare l'obiettivo della pensione Iniziare quindi da un obiettivo più “a vista”, come potrebbe essere per esempio un orizzonte temporale di 8/10 anni però, può far sembrare il nostro obiettivo molto più fattibile. Fissando inoltre nei classici 100 euro un importo ragionevole su cui pianificare il piano di accumulo, abbiamo già trovato un ottimo punto di partenza su cui fare qualche ragionamento senza aver bisogno di grandi capitali con cui entrare nel mercato degli investimenti. Il fattore fondamentale in questo campo da gioco è cominciare. Perchè prima si comincia, prima ci si da una disciplina, prima l’interesse comincia a giocare a nostro favore. Con un orizzonte temporale di 8/10 anni, grazie al supporto e al monitoraggio di un consulente finanziario, investendo la nostra piccola quota di risparmio mensile in un paniera ben diversificato di azioni ed obbligazioni mondiali, il nostro investimento può cominciare a svilupparsi e a darci la soddisfazione nel vedere il nostro piccolo capitale, che prima non esisteva, iniziare ad esistere. Nel mondo di oggi, dove siamo costantemente bombardati da immagini e video che celebrano la ricchezza e l'ostentazione, è sempre più complicato mantenere la propria rotta verso il proprio benessere finanziario, rispettando le proprie entrate, mantenendo costante il proprio tasso di risparmio, gestendo e calibrando ottimamente le uscite.
Tuttavia, è essenziale imparare a fare una distinzione tra chi questo successo e questa ostentazione lo mostra, per quali scopi viene mostrato, per attirarti in qualche trappola finanziaria, e se ha raggiunto il tanto agognato successo grazie al proprio impegno, o se, molto più comunemente, ha semplicemente avuto un colpo di fortuna. Un altro aspetto importante, per mantenere la rotta della propria vita economica, è capire qual è il vero scopo della vita: diventare ricchi o trovare un equilibrio che ci permetta di vivere in serenità e soddisfazione con ciò che abbiamo? Se il vostro obiettivo è accumulare ricchezza in modo onesto, sappiate che non esistono scorciatoie. Bisogna fare sacrifici, affrontare difficoltà, e imparare dalle sconfitte. Ogni fallimento è una lezione che vi prepara ad andare avanti. E quando le cose non vanno come sperato, mettendo alla prova la vostra determinazione, fermatevi e riflettete: è il momento di riorganizzare le idee, non di rischiare il tutto per tutto. Evitate di spendere per apparire ricchi. Invece, investite in ciò che può farvi diventare veramente ricchi. Le vostre entrate devono sempre superare le vostre uscite, questa è la regola aurea. Fate attenzione ai debiti: contrattateli solo per finanziare l'espansione della vostra attività. E se non riuscite a ottenere un prestito da una banca, non rivolgentevi mai a prestatori illegali. Quando desiderate qualcosa di superfluo e costoso, come una nuova auto, una moto o l'ultimo gadget elettronico, acquistatelo solo se vi è possibile pagarlo senza compromessi, magari due volte il suo valore. E' essenziale imparare a gestire i desideri, in questo mondo di fast shopping e ostentazione del nuovo, del bello e del lusso. Prendetevi del tempo prima di fare acquisti impulsivi. Aspettate qualche giorno, settimana, o anche un mese. Spesso, questa riflessione vi aiuterà a evitare acquisti inutili. Non risparmiate però sulle cose fondamentali: sulla protezione assicurativa adeguata, sulla vostra salute e sul risparmio. Investire per il vostro futuro è un atto di rispetto verso voi stessi. Ricordate, le giornate sembrano lunghe, ma gli anni passano in fretta. Se rimandate troppo a lungo l'apertura di quel piano di accumulo o del fondo pensione, perderete il bene più prezioso: il tempo. Investire significa guardare al futuro. Il futuro è sconosciuto e l'incertezza di ciò che accadrà ci porta a non rendersi conto che molta di quella stessa incertezza può essere ridotta grazie a una pianificazione "assicurativo-finanziaria" ben strutturata.
Le assicurazioni e la finanza, quando combinate in modo strategico, non si escludono, ma si rafforzano a vicenda, creando una consulenza completa. Una consulenza che prima di tutto offre protezione e poi consente di affrontare il futuro con maggiore sicurezza, rendendo meno incerta la strada che ci attende e meno necessaria l'interpretazione delle sue sfide. E in un'epoca in cui l'aspettativa di vita è più lunga e molte persone, anche anziane, si trovano a vivere da sole, il tema della non autosufficienza assume un'importanza che troppo spesso viene ignorata. Questo fenomeno riguarda in particolare gli anziani più fragili e, se guardiamo al futuro, l'Italia sembra destinata a diventare una nazione con una popolazione sempre più anziana. Tuttavia, le risorse pubbliche a disposizione dello Stato, sia oggi che in prospettiva, sono decisamente insufficienti per rispondere in modo adeguato ai bisogni di chi non è autosufficiente. In questo contesto, ci troveremmo costretti a far fronte a questa esigenza futura da soli, ma la nostra capacità di far crescere i risparmi nel tempo lascia molto a desiderare. Una delle ultime soluzioni praticabili sono le polizze assicurative Long Term Care, ma la loro diffusione è ancora inferiore al 1%. In questo scenario, emerge in modo evidente l'importanza della consulenza, che non può limitarsi a una gestione puramente legata all'asset allocation, ma deve affrontare anche queste tematiche vitali per il nostro futuro. Perchè il consulente finanziario (vero) non ti supporta esclusivamente costruendo un adeguato piano finanziario, ma ti aiuta a proteggere le cose più importanti del tuo presente, tramite coperture assicurative che includano assicurazioni contro la premorienza, assicurazioni sul tuo patrimonio immobile e assicurazioni contro la non autosufficienza. L'Italia è il Paese che destina la maggiore parte delle proprie risorse alle pensioni a livello globale. Eppure, nonostante ciò, l'età pensionabile continua a salire, arrivando a 71 anni. Ma perché?
Nell'Unione Europea, la spesa complessiva per le pensioni ammonta a 1.882 miliardi di euro, pari al 12,9% del PIL. Tuttavia, la percentuale di PIL destinata alle pensioni varia notevolmente tra i vari Stati membri. Il primato spetta alla Grecia, dove le pensioni rappresentano il 16,4% del PIL, seguita dall'Italia con il 16,3% e dall'Austria con il 15,0%. Al contrario, Paesi come l'Irlanda (4,5%), Malta (6,4%) e l'Ungheria (7,0%) registrano valori decisamente più bassi. Secondo l'OCSE, chi entra nel mondo del lavoro oggi si troverà a pensionarsi a 71 anni, un'età tra le più elevate in Europa. Per accedere alla pensione, è necessario soddisfare determinati requisiti. È possibile andare in pensione anticipata, dopo aver versato 43 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), oppure con la pensione di vecchiaia, che si raggiunge a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Attualmente, il numero di pensionati in Italia è di circa 16 milioni, pari a circa un italiano su quattro, con una spesa annua di 312 miliardi di euro. Ma se l'età pensionabile continua ad aumentare, perché la spesa per le pensioni continua a crescere in modo proporzionale? La causa principale è l'invecchiamento della popolazione. Da un lato, l'aspettativa di vita è aumentata, ma dall'altro, la natalità è in forte calo. Questo fenomeno non solo non fa crescere il numero di giovani, ma aumenta il peso percentuale della popolazione anziana. Secondo le previsioni dell'OCSE, nel 2050 il rapporto tra persone di 65 anni e più e la popolazione tra i 20 e i 64 anni sarà di 74 su 100, uno dei più alti in tutta l'Unione Europea. A contribuire a questa crescita costante della spesa pubblica per le pensioni ci sono anche altri fattori. La disoccupazione, ad esempio, riduce le entrate contributive, aumentando il peso della spesa pensionistica. Inoltre, l'incertezza del mercato del lavoro e la precarietà, con contratti sempre più a termine, limitano ulteriormente le risorse destinate al sistema previdenziale. Diventa quindi fondamentale, per ogni persona responsabile, grazie al lavoro e all'informazione del proprio consulente finanziario, crearsi una propria riserva pensionistica, che vada ad aiutare e supportare nel meritato momento di ritiro dal mercato del lavoro, quando finalmente si avrà tempo libero per godersi le proprie passioni e il tempo libero, senza vedersi diminuire però la qualità della vita e il proprio stile di vita, grazie alla scelta lungimirante e responsabile compiuta decenni prima. Investire richiede un distaccamento emotivo, che solo una persona esterna, preparata e istruita professionalmente, può dare.
E questa persona, si spera onesto professionista, iscritto all'albo e votato alla consulenza buy-side ovvero al fianco del cliente, va consultata, com'è giusto consultare un medico per un problema di salute, un architetto per un progetto o un avvocato per una questione legale. Quando parliamo di soldi (dei tuoi soldi, guadagnati col tuo sudor!) desiderare che siano gestiti professionalmente, da un consulente che lavora al tuo fianco, dovrebbe essere la normalità, un navigatore al tuo fianco che ti accompagni lungo il tortuoso sentiero degli investimenti e della pianificazione finanziaria assicurativa della tua vita. Così come è normale andare da un dottore, se si sta poco bene, o dal migliore cardiologo per un problema delicato al cuore. Pensare che basti conoscere quattro nozioni finanziarie, alcune tipologie di strumenti finanziari, per impostare un corretto processo di investimento, ti porterà via solo soldi, energie ma soprattutto tempo. Tempo prezioso, che potresti dedicare a sviluppare e migliorare il tuo vero lavoro, il tuo business, ovvero la tua principale fonte di reddito, e di soddisfazione personale. Lasciando ad un professionista, che lavora al tuo fianco, la gestione del processo di creazione e mantenimento del benessere futuro, e godendoti il tempo libero con le persone a cui vuoi bene. Se vuoi pianificare la tua vita finanziaria, per stare meglio in futuro, devi partire dal pianificare un presente economicamente sereno, che ti faccia già adesso stare bene qui e adesso.
Se il tuo rapporto con le spese e con gli acquisti è complicato, se spendi più di quanto guadagni, se sei abituato ad indebitarti per acquistare cose che non puoi permetterti, non puoi pretendere in futuro di avere comportamenti finanziariamente sani ed adeguati. Perchè iniziare (male) una pianificazione, un piano di risparmio, senza comprendere il perchè lo stai facendo, senza inoltre aver identificato le giuste cifre da dedicare al te stesso del futuro, ti esporrà a tentazioni pericolose, durante il percorso; non appena quel salvadanaio di risparmio avrà iniziato a consolidarsi, creando un piccolo capitale, se non sei finanziariamente "sul pezzo", la tentazione di andarlo ad utilizzare, per spese inutili, per desideri, per acquisti compulsivi, sarà fortissima. Cambiare il modo presente con cui interagisci con le tue entrate, con il tuo patrimonio, e con i tuoi acquisti e le tue spese, è fondamentale, prima di cominciare, un lungo percorso. Perchè è poi inoltre fondamentale comprendere che il rendimento di un investimento non deve essere assolutamente finalizzato a consentire consumi che il lavoro da reddito non garantisce, ragion per cui il piano di risparmio iniziato da uno o due anni, con finalità pensionistiche o con orizzonte temporale lungo, non può esser smobilitato nel breve periodo, quando il capitale che ti sei creato inizia a formarsi (magari in forte guadagno, grazie al mercato), facendoti vedere sul portafoglio delle cifre che non avevi (e avresti) mai pensato di mettere da parte. Quando il mercato parla, tutti lo ascoltano. Le notizie, gli speciali, gli esperti, i commenti, impossibile evitare questo suono, anzi, questo rumore. D'altronde vedere un indice di borsa perdere 13% in una sola seduta desta preoccupazione e ansia, sia per gli addetti ai lavori o sia per chi semplicemente ha degli investimenti.
Gli esperti ci racconteranno che la spiegazione dietro questi movimenti può essere ricondotta a fattori come politiche monetarie divergenti tra Usa e Giappone, previsioni di recessione negli Stati Uniti, incertezze legate a scenari geopolitici come l'Ucraina o il Medio Oriente. L'idea che "questa volta sia davvero la fine" è un'idea ricorrente tra i discorsi quando si seguono questi accadimenti, tra i notiziari specialistici o più semplicemente nei social network. Ma il mercato fa il suo corso, come dice il prof. Bertelli il mercato " oscilla tentenna traballa mentre sale nel tempo", e proprio il tempo, specialmente in questi casi, va acquistato. Il tempo, l’elemento più prezioso nel mondo degli investimenti. Il tempo, infatti, è l’ingrediente che permette ai vostri investimenti di generare risultati. Si perchè il mercato oscilla, è ciclico, è composto da montagne russe giornaliere spesso senza (buon)senso, ma non lasciatevi sopraffare dalla volatilità di breve periodo. La vera chiave del successo negli investimenti è la disciplina e la capacità di restare concentrati sugli obiettivi di lungo termine. Non fatevi influenzare dai movimenti momentanei del mercato. Non cambiate improvvisamente le vostre strategie o decisioni a causa di un’oscillazione temporanea. Continuate a mantenere i vostri piani e approfittate di eventuali ribassi per entrare sul mercato. Ricordate, nel lungo termine saranno proprio quei momenti di incertezza a offrirvi le opportunità migliori. . La diversificazione del portafoglio può spesso generare emozioni pericolose, durante il processo di investimento, spesso sentimenti di rimpianto e di sindrome dello "specchietto retrovisore".
Quando costruiamo un portafoglio diversificato bilanciato, l’obiettivo è distribuire il rischio tra diverse asset class, sfruttando i grandi ed efficienti panieri di investimento, cercando di scegliere quelle il meno correlate possibile tra loro, ovvero che abbiano un comportamento diverso nei contesti economici che possono sussegursi, non essendo dipendenti tra di loro. L’idea è bilanciare le esposizioni in base al nostro profilo di rischio e al nostro orizzonte temporale d’investimento. In questo semplice esempio confrontiamo uno dei panieri ideali per una efficace pianificazione di lungo termine, il paniere che replica l'azionario mondiale ovvero il contenitore per eccellenza di tutta l'economia reale delle aziende mondiali. Stati Uniti, Europa, Canada, Giappone, Australia, Uk, pesati per il loro contributo all'economia. Oltre 1000 aziende che crescono, investono, producono e distribuiscono beni per l'economia e i consumatori mondiali. Un altro paniere ideale, che affianchiamo al paniere dedicato all'economia reale e alle aziende del mondo è l'obbligazionario mondiale, ovvero un unico strumento contenente un migliaio di titoli di debito (obbligazioni) mondiali, governative, societarie, distribuite per il loro peso economico. Con questi due semplici contenitori, mixati e "cucinati" in percentuali ad hoc dal tuo consulente finanziario, avrai un esposizione totale ai mercati mondiali; da una parte avrai l'economia reale e le aziende quotate sul mercato e dall'altra le obbligazioni mondiali con cui aziende e governi si finanziano. Strumenti che, in gergo finanziario definiti asset class, ti consentono di investire nel 99% del mondo investibile moderno, con una diversificazione totale ed efficiente. Il risultato di questa strategia, prima o poi, è che vedremo alcune componenti che hanno registrato rendimenti significativi, nel nostro caso la componente azionaria, mentre altre asset class potrebbero essere rimaste indietro lungo il percorso. Ma questo è il prezzo da pagare per una diversificazione ben riuscita. Ed è proprio da questa situazione che nasce il sentimento di rimorso e guardiamo indietro al passato, chiedendoci: "Perché non ho concentrato tutto su quell’asset che ha fatto meglio?" Diversificare può quindi essere frustrante, perché ci costringe a confrontarci sia con i guadagni sia con le perdite, e nessun investitore ama trovarsi in possesso di asset che non performano bene nel proprio portafoglio. Sebbene questo sentimento sia comprensibile, è importante ricordare che il rischio di mercato nasce proprio dall’incertezza del futuro e dal non poter conoscere cosa potrà accadere non solo domani, ma tra 1 minuti. Quando guardiamo ai rendimenti attuali, infatti, ci affidiamo solo a dati passati (lo specchietto retrovisore), che non possono raccontarci cosa accadrà in futuro, né quale rischio sia stato preso per ottenere quel rendimento. Pertanto, sentirsi delusi o frustrati, o cattivi investitori, è normale e in fondo significa solo che stiamo mettendo in atto, insieme al nostro navigatore consulente finanziaria, un efficace processo di diversificazione. Il Trattamento di Fine Rapporto, meglio conosciuto come TFR è l'obbligo dell’azienda verso i propri dipendenti di riservare una quota di retribuzione (il 6,91% della retribuzione annua) da soddisfare al termine del rapporto lavorativo.
Spesso però, le aziende e le imprese, considerano il TFR come una vera e propria risorsa economica, ovvero un bacino di liquidità, utile a finanziare la proprie quotidianità, a tal punto che molti datori di lavoro non lo riservano separatamente nei loro conti aziendali, o, nei casi peggiori, non lo accumulano proprio, trovandosi in difficoltà una volta che il termine del rapporto lavorativo sopraggiunge. Molte aziende non conoscono i benefici nel trasferire il TFR del lavoratore dalle loro casse al fondo pensione, benefici a vantaggio dell'azienda stessa perchè, per troppa miopia, considerano questo stock di liquidità come una risorsa aziendale che però non aiuta a pianificare l'uscita (certa) futura del dipendente che termina il proprio contratto. Vediamo quali sono invece i principali vantaggi per l’azienda. Il trasferimento del TFR dei dipendenti dalla cassa aziendale al fondo pensione porta un vantaggio fiscale come costo deducibile dal reddito d'impresa. Le aziende che destinano il TFR in un fondo pensione possono dedurre un importo maggiore dal reddito d'impresa, pari al 6% (se meno di 50 dipendenti) o al 4% (se più 49 dipendenti) dell'ammontare del TFR annualmente accantonato. Per fare un esempio pratico, un'azienda con meno di 49 dipendenti che deve accantonare 50.000 euro all'anno di TFR può dedurre 53.000 euro di costi. Esistono poi dei benefici, di tipo contributivo, per le aziende che destinano il TFR ai fondi pensione, ovvero, le stesse aziende sono esentate dal versamento dello 0,20% del monte retributivo al Fondo di Garanzia INPS e dello 0,28% a titolo di oneri impropri versati all'INPS. Questi oneri comprendono, ad esempio, i costi legati ai dipendenti per maternità, assegni familiari o ad esempio la malattia. Quindi, sempre come esempio, un'azienda con un monte retributivo di 400.000 euro potrebbe risparmiare fino a 1.920 euro l'anno grazie alla riduzione di questi costi. Altri vantaggi lato azienda sono invece qualificabili come vantaggi di natura economica, la stessa azienda che decide di trasferire il TFR dei dipendenti nel fondo pensione non è più responsabile dell'adeguamento annuale previsto per legge. Ogni anno, infatti, il TFR deve obbligatoriamente essere rivalutato dell'1,5% più il 75% della rivalutazione Istat: un costo significativo se pensiamo all'inflazione del periodo 2022-2023 che ha visto i TFR rivalutarsi fino al 10%, un costo esorbitante che può essere eliminato sfruttando i molteplici vantaggi della previdenza complementare. Negli ultimi due secoli, l'umanità ha vissuto una straordinaria trasformazione, testimoniando miglioramenti significativi in diverse aree chiave che ci hanno consegnato il mondo come lo vediamo oggi.
Attraverso un'analisi di sei cruciali aspetti, emerge un quadro di progresso inarrestabile, che deve inevitabilmente trasmetterci quel sano ottimismo fondamentale e necessario per i nostri piani di investimento nel lungo periodo. Povertà: Sebbene la povertà persista, il mondo ha registrato notevoli progressi nel ridurne l'estensione. Nel XIX secolo, la maggior parte della popolazione viveva in condizioni di indigenza, mentre oggi, grazie a sforzi globali, milioni di persone sono uscite dalla povertà estrema. Investimenti in programmi di sviluppo sostenibile continuano a portare a miglioramenti significativi. Livelli di Democrazia: Nel corso dei secoli, la democrazia ha guadagnato terreno. Se prima il dominio era delle monarchie e degli imperi, il XX secolo ha assistito alla diffusione della democrazia in molte parti del mondo. Sebbene le sfide persistano, l'adesione ai principi democratici è oggi più ampia, permettendo una partecipazione più inclusiva. Educazione di Base: L'accesso all'educazione di base è aumentato in modo significativo. Nel passato, l'analfabetismo era diffuso, mentre oggi molti paesi hanno compiuto progressi sostanziali nell'assicurare che l'istruzione sia un diritto accessibile a tutti. Tuttavia, persistono disuguaglianze, richiedendo sforzi per garantire un accesso equo e qualitativo all'istruzione. Vaccinazioni: Le vaccinazioni hanno rivoluzionato la salute pubblica. Nel XIX secolo, malattie infettive mietevano vittime, mentre oggi, grazie alle vaccinazioni, molte di queste patologie sono sotto controllo. Programmi di immunizzazione su scala globale hanno contribuito a ridurre la diffusione di malattie mortali, salvando milioni di vite. Mortalità Infantile: La mortalità infantile è notevolmente diminuita. Miglioramenti nelle cure mediche, campagne di sensibilizzazione e accesso all'igiene hanno contribuito a una drastica riduzione delle morti tra i neonati. Sebbene sfide persistano, il progresso in questo settore è una testimonianza del successo delle iniziative sanitarie globali. Analfabetismo: L'analfabetismo, una volta diffuso, ha subito un notevole declino. Investimenti nell'istruzione hanno contribuito a garantire che sempre più persone imparino a leggere e scrivere. La diffusione dell'alfabetizzazione è essenziale per l'empowerment individuale e la partecipazione piena alla società. In sintesi, il progresso umano degli ultimi due secoli è evidente e inarrestabile. La vita sul pianeta terra è in continuo miglioramento perchè e' insito nell'essere umano la ricerca di una migliore esistenza ed una migliore condizioni di vita. Sebbene le sfide persistano, e i momenti di difficoltà continuino ad esser presenti all'orizzonte, l'essere umano continua con il suo impegno impegno verso il miglioramento. Queste piccole, ma importanti e costanti vittorie collettive devono spingerci e sostenerci anche nel mondo degli investimenti, perchè quando investiamo compriamo quote di aziende e quote di debiti governativi che non sono altro che rappresentazioni della vita economica quotidiana e futura. All'inizio di un piano di risparmio, il cosiddetto piano di accumulo, l'unico fattore su cui concentrarsi è il proprio tasso di risparmio.
100 euro risparmiati in un anno sono 1200 euro. 200 euro risparmiati in un anno sono 2400 euro. Lasciando stare rendimenti, borse, mercati, indici azionari, con un piccolo sforzo in più abbiamo esattamente il doppio da parte. Come negli investimenti a capitale unico, dove dobbiamo ragionare in maniera controintuitiva (compro quando ci sono gli sconti sul mercato, non quando i prezzi sono alti) anche negli investimenti collegati ad un piano di risparmio il nostro cervello ama le elucubrazioni mentali classiche degli investimenti, dove il 10% annuo delle borse, gli indici azionari e i rendimenti sfavillanti prendono la scena, mentre il noioso e monotono risparmio mensile, su cui non si fa spesso un minimo di "budgeting", viene relegato ai classici 50 o 100 euro al mese. Ma con un piccolo sforzo in più, con un analisi più attenta, grazie ad una efficiente pianificazione costruita ad hoc insieme al consulente, possiamo davvero scoprire qual'è realmente la rata di risparmio più consona alle nostre esigenze, per scoprire infine che il noioso risparmio mensile preventivati di default all'inizio del nostro progetto, i 100 euro mese classici, sono diventati 2400 euro grazie alla corretta identificazione del tasso di risparmio corretto. Soprattutto nella fase embrionale del nostro piano di risparmio, quando parliamo di capitali sotto i 10.000 euro, risulta molto più rilevante quanta benzina andiamo effettivamente a mettere nel motore rispetto a quanto decidiamo di schiacciare sul pedale dell'acceleratore; fuori di metafora, conta molto di più quanto dedichiamo al piano, rispetto al rendimento del mercato o all'indice scelto o allo strumento effettivo. Anche perchè, la matematica viene a darci ragione simulando un rendimento del 5% che va, ad esempio, ad agire su un ipotetico capitale di 3000 euro; questo 5% ha ovviamente meno effetto di un 5% che va invece ad agire su un capitale più maturo di 15.000 euro. Ancora un esempio; il 5% anno su 1000 euro sono 500 euro; il 5% anno su 100.000 euro sono 5000 euro. E' infinitamente più importante concentrarsi sul far crescere il proprio risparmio (che deriva dal reddito e dallo stipendio) piuttosto che improvvisarsi e perdere tempo nel cercare il miglior rendimento o strumento possibile con pochi euro da destinare al processo di investimento. Lavora, risparmia, investi. Ma all'inizio soprattutto risparmia! Vuoi aumentare il risparmio, aumenta le tue competenze e quindi il tuo stipendio. Spostare il focus quindi, con l'aiuto del consulente, sulle vere cose importanti, come il tasso di risrparmio, il mantenere la rotta, il controllare il budget delle proprie finanze per migliorare sempre di più la capacità di accumulo diviene fondamentale nel viaggio che si decide di intraprendere verso la creazione di un capitale futuro. Quello che tu (cliente o possibile cliente) pensi che sia il mio lavoro:
- consigliare degli investimenti, dei titoli, dei mercati per guadagnare facilmente Quello che invece è realmente il mio lavoro: - identificare i tuoi obiettivi finanziari - pianificare la tua protezione assicurativa - individuare e pianificare il tuo budget di risparmio - ottimizzare la tua futura pensione - migliorare il tuo carico fiscale Il mio obiettivo è affiancarti come partner di vita nelle tue scelte finanziarie e pianificare il tuo futuro, perchè è nel futuro che passerai il resto della tua vita e grazie gli strumenti finanziari che compongono il tuo portafoglio ti permetterò di raggiungere i tuoi obiettivi di vita prefissati. Investire riguarda la tua vita, i tuoi obiettivi, i tuoi desideri. Non si investe per riuscire a comprare cose costose, o sostenere un tenore di vita, che il tuo attuale reddito non ti consente. La pianificazione finanziaria del resto è pianificazione di azioni e comportamenti, non dei mercati; non si può pianificare il movimento dell' S&P500, ma si può pianificare invece quanto risparmio accumulare dal nostro reddito, quanto di questo investirne, e in che modo e con che arco temporale. Si pianifica quindi sul mercato, non il mercato. Spesso mi chiedono se sia meglio optare per un fondo pensione o spostarsi su un piano di accumulo, specialmente coloro che sono nuovi al mondo degli investimenti, nella fase successiva all'obbligata analisi di budget introduttiva, al fianco del consulente, per analizzare l'eventuale tasso di risparmio da destinare ad una delle due forme di investimento.
Se cerchiamo su Google troviamo una moltitudine di articoli a favore dei fondi pensione per la deducibilità fiscale ma anche un enormità di articoli a favore dei piani di accumulo. Alla domanda su quale sia la scelta migliore rispondo sempre che è come chiedere se siano meglio i soldi di carta o le monete di metallo. Entrambe sono soluzioni di pagamento, necessarie per pagare l'acquisto di un bene. Se compriamo un caffè possiamo tranquillamente pagarlo con delle monetine; se compriamo un televisore forse è il caso di pagarlo in contanti (lasciamo da parte le carte di pagamento per un attimo..). Fondo pensione e piano di accumulo sono strumenti. Come un chiodo e un martello. Soddisfano un obiettivo e se combinati insieme danno il loro meglio. Vediamo insieme le differenze chiave Fondo pensione e piano di accumulo hanno scopi diversi. Il fondo pensione mira ad integrare la pensione per garantire un tenore di vita adeguato in vecchiaia, offrendo agevolazioni fiscali. Tuttavia, la liquidabilità limitata può essere un vincolo. Il piano di accumulo prevede acquisti periodici di fondi o ETF con una cifra stabilita, offrendo flessibilità e liquidità immediata. Come scegliere l'opzione migliore Il piano di accumulo dovrebbe essere collegato a specifici obiettivi finanziari, come l'istruzione dei figli o l'acquisto di una casa. Definire in anticipo gli obiettivi aiuta a stabilire la durata e l'importo degli investimenti. Non è una scelta tra i due, ma piuttosto una combinazione per raggiungere obiettivi diversi. Gli under 40 avranno bisogno di integrare la pensione, mentre ogni investitore dovrebbe pianificare piani di accumulo con il supporto di un consulente finanziario. Riassumendo, anziché chiedersi "piano d'accumulo o fondo pensione" è consigliabile riflettere sugli obiettivi finanziari e adottare la strategia più adatta, con l'assistenza di un consulente finanziario professionista. Investire 150€ al mese, versandone effettivamente solo 110€. Sarebbe anche troppo bello, ma davvero qualcuno ci regala 40 euro al mese? Si, lo Stato Italiano, se sappiamo utilizzare bene gli strumenti (e i buoni consigli del consulente finanziario)!
So che ti sembra impossibile, ma esiste uno strumento che ti regala 40€, nel nostro esempio, ma volendo anche di più, per ogni versamento che vai ad effettuare. Non è una truffa, non è uno schema Ponzi, non parliamo di trading o di cripto, ma parliamo di un aiuto…. dello Stato! Facciamo un esempio. Giovanni è un dipendente di un azienda di informatica, con un reddito annuo di circa 24.000 euro. Normalmente la sua tassazione irpef sarebbe circa 5900 euro annui. Ma Giovanni è furbo, e soprattutto ha un buon consulente, che gli ha fatto capire che la pensione sta ormai diventando un lusso per chi ci arriva prima, e che quindi, aprendo una posizione privata personale pensandoci in tempo, risparmiando dopo un attento budget delle spese 150€ al mese, sul fondo pensione versa un totale di 1800 euro annui. Grazie all’efficienza fiscale del fondo pensione Giovanni porta in deduzione i versamenti annui al fondo abbassando le tasse da pagare da 5900 euro a circa 5400 euro. Un risparmio di 500 euro annui. Quindi ogni 150 euro versati al fondo, 40 euro ritornano al saggio Giovanni che quindi verserà virtualmente circa 110 euro al mese grazie all’efficienza fiscale del fondo pensione. Oggi compio 35 anni e mi sono improvvisato questa strana simulazione per raccontarvi la "magia" dell'investimento nel lungo periodo: cosa sarebbe successo se, in un universo alternativo, i miei genitori avessero messo da parte 10.000 euro pochi giorni dopo la mia nascita sull'indice azionario delle borse e delle economie mondiali, dimenticandosi questo regalo fino ad oggi?
I 10.000 euro sarebbero diventati oltre 130.000 euro, per un rendimento annuo del 7,6%. Tutto questo senza nessuna previsione, senza analisi da wall street con dieci monitor, senza nessun corso di trading di vendi e compra impulsivo, senza nessun fuffa guru che promette milioni con pochi euro, senza criptovalute e cose strane; solo ed esclusivamente un bel regalo per generare un importo per obiettivi futuri, dimenticandosi di tutto, invece di controllare ossessivamente la posizione come il nostro cervello spesso, in errore, ci suggerisce. 120.000 euro di guadagno nominale. Nominale si, perchè come guadagno reale, la linea rossa, saremmo fermi a circa 60.000 euro. L'inflazione, ovvero l'aumento costante dei beni e dei servizi della nostra quotidianità ci avrebbe eroso quasi la metà dei guadagni, ma comunque il risultato ci avrebbe garantito un ottima rivalutazione che, al contrario, nel caso in cui i 10.000 euro fossero stati regalati su un conto corrente: o sarebbero stati spesi, oppure sarebbero stati spazzati via a causa dell'inflazione. Si perchè i 10.000 euro del 1988 ti permettevano di comprare un certo numero di cose. Oggi, con gli stessi 10.000 euro, ci compri molte, molte, molte, molte meno cose. Ricapitolando: Tasso di crescita annuale nominale: 7,60% Tasso di crescita annuale reale: 5,00% (-2,60%) Importo investito 10.000 euro Valore patrimoniale netto 133.000 euro Il metodo tradizionale con cui il 90% degli italiani investe il patrimonio è tramite la classica filiale bancaria tradizionale, spesso, la banca sotto casa o la banca dei genitori/nonni.
Nella filiale lavorano i dipendenti, ovvero persone che dalla banca percepiscono un salario fisso, per il disbrigo e la gestione delle pratiche, per la vendita e il collocamento di prodotti, per l'apertura e la gestione di rapporti bancari. Quando le necessità del cliente però vengono a contatto con le necessità della filiale, spesso è l’interesse del cliente a perdere, perchè è difficile che i due interessi convergano in una logica di vittoria comune; le pressioni commerciali infatti, per la vendita massiva di prodotti della filiale e della filiera dal vice direttore, direttore, responsabile di gruppo, di zona, di area, fino ad arrivare alla casa di gestione interna prevale sull’interesse del singolo cliente. E se un dipendente prova a non sottostare alle regole? Trasferimenti di filiale, mobbing, stress, un lavoro infernale, dove anche se siedi ad una comoda scrivania riscaldato e climatizzato, il logorio e l’esaurimento mentale fanno da padrone. Per questo motivo, quando anni fa decisi di iniziare il mio percorso di consulenza finanziaria, rifiutai, anche se ben pagate, offerte in banche tradizionali; sapevo dove mi avrebbero portato, facendo il male sia mio che dei clienti. Ma oggi, da imprenditore, consulente finanziario, grazie al mio metodo di lavoro, posso lavorare con il cliente, per il cliente, sulla base delle esigenze del cliente. ll cliente, per me come consulente finanziario ed imprenditore, è il mio unico datore di lavoro. Questo è il mio personale modello di servizio e consulenza, che mi permette, grazie alla collaborazione con una delle principali banche di investimenti, di avere a disposizione migliaia di strumenti da poter utilizzare, in totale indipendenza, per la soddisfazione delle esigenze e degli obiettivi del mio cliente, il mio datore di lavoro. Lavorare in maniera indipendente significa non avere un fisso, non avere un budget specifico, non avere ordini dall'alto, significa che le entrate dipendono unicamente dal capitale in gestione, da quanto patrimonio i clienti decidono di portare e gestire insieme; se il patrimonio dei clienti aumenta, aumenta anche il mio compenso, in una logica win win dove tutti sono contenti. Al giorno d’oggi è facile trovare titoli di stato, Btp, Bot, che rendono un 3% o anche qualcosa di più. Ma perchè i fondi/etf obbligazionari in portafoglio continuano a vedere il prezzo scendere? Non rendono anche loro il 3%?
A questo punto vendo il fondo in perdita e compro un titolo che mi garantisce il 3%. Questo ragionamento sta diventando sempre più comune tra gli investitori, specialmente gli investitori con profili bilanciato, prudente, che hanno portafogli prevalentemente obbligazionari. Ma come funziona il mercato dei bond? In maniera opposta a quello che intuitivamente possiamo andare a pensare. Le obbligazioni, a differenza delle azioni, hanno sempre un prezzo (perchè sono continuamente scambiate sui principali mercati) ma hanno anche un tasso. Chi emette l’obbligazione promette al risparmiatore di restituire il 100% del capitale investito, regalando al risparmiatore, che cede il suo denaro per prestarlo all’emittente, un interesse fissato ad un tasso, prevalentemente fisso. Il tasso fisso, ovvero la cedola che annualmente/semestralmente l’emittente paga al risparmiatore, non varia durante il ciclo di vita dell’obbligazione; quindi ad esempio, se ho comprato un titolo che mi da il 2%, durante il percorso guadagnerò una cedola del 2% fino alla scadenza. Ma cosa succede quando la banca centrale alza i tassi di interesse sul mercato? Semplicemente gli emittenti si “allineano” al tasso di mercato. Quindi se le nuove obbligazioni non erogano più un 2% ma un 3%, le nuove obbligazioni diventano inevitabilmente molto più attraenti delle vecchie; chi preferisce infatti un 2% ad un 3%, a parità di rischio? Nessuno! Ecco perchè questo “allineamento” provoca un calo del prezzo delle vecchie obbligazioni, che vedono calare il loro prezzo per rendersi appunto più attraenti agli investitori, allineandosi al 3% di rendimento totale che garantiscono i nuovi titoli a seguito del rialzo. L’immagine seguente ci aiuta a comprendere, in maniera semplice, il meccanismo di relazione tra i tassi di interesse (rates) e il prezzo delle obbligazioni (price). Meccanismo appunto inverso, quando sale uno scende l’altro. Ecco spiegato il perchè delle perdite consistenti dei titoli/fondi/etf obbligazionari già in portafoglio, nel contesto attuale di pesanti rialzi dei tassi iniziato nel 2022, come mostrato nell’immagine. I contenitori che infatti avevano “in pancia” obbligazioni al 2% sono calati di prezzo perchè il valore delle obbligazioni al loro interno si è allineato al valore di mercato. Lascio ad un post successivo il compito di illustrare come il meccanismo inverso delle obbligazioni influenzi i titoli in base alla loro scadenza, argomento decisamente più complicato. Ma se la tentazione, tornando alla domanda iniziale, è quella di vendere gli strumenti in perdita per spostarsi su titoli con tasso più accattivante, concludo dicendo che, valutato il portafoglio nel suo complesso, insieme all’efficienza e all’orizzonte temporale del progetto di investimento, l’unica cosa sensata sarebbe quella di mediare, acquistando quote, del fondo già in possesso, perchè al suo interno anche se i prezzi sono calati, i titoli presenti o in rinnovo, ora garantiscono tassi decisamente più alti. Quello che il nostro cervello cerca, la cedola alta, aggiornata al contesto di mercato, invisibilmente, nel nostro contenitore, ce l’abbiamo già. Senza dimenticare gli enormi vantaggi della diversificazione tramite contenitori, rispetto all’investimento in singole emissioni, obbligazioni o azioni che siano. Uno dei dogmi di più lungo corso negli investimenti finanziari è il cosiddetto portafoglio 60-40.
Ideato da John Bogle, fondatore di Vanguard, il portafoglio prevede una semplice allocazione attuabile con due strumenti; la strategia prevede infatti una diversificazione del 60% investita nell’economia reale, ovvero nelle aziende mondiali, che da sempre offrono i migliori rendimenti a lungo termine, e il restante 40% investito nei titoli di debito del mondo, l’obbligazionario, con la funzione di riduzione di volatilità del portafoglio. Nel corso degli anni infatti, quando le azioni subiscono forti crolli, dovuti ad eventi negativi economici, crisi, guerre o tensioni geopolitiche, i capitali tendono a spostarsi verso i titoli di debito, quale porto sicuro, con la conseguenza di limitare le perdite sulle azioni, da sempre più turbolente e volatili. Negli ultimi 20 anni il portafoglio ha reso mediamente il 10% annuo, garantendo quindi capacità di rendimento e adeguata protezione in grado di limitare i danni, nei sempre presenti momenti avversi dei cicli economici. Questo principio, sempre valido nel passato, ha vissuto un cambiamento radicale nel 2022 da poco terminato, dove sia azionario che obbligazionario hanno visto perdite importanti in quasi tutti i settori e dove l’obbligazionario ha perso la sua funzione di stabilizzatore del portafoglio, visto il calo dei prezzi delle obbligazioni a seguito del violento rialzo tassi. Gli effetti dei rialzi dei tassi delle banche centrali, per contrastare l’inflazione in crescita, ha prodotto effetti devastanti sui portafogli di rischio prudente, o cauto; e gli stessi investitori tranquilli mai avevano visto cali addirittura a doppia cifra sui mercati obbligazionari. L’anno scorso il classico portafoglio 60-40, il cosiddetto “bilanciato” ha perso circa un 16%. Quest’anno il portafoglio ha reso ad oggi un 5,5%, con un picco del 8,9% a luglio. Le prospettive future possono comunque definirsi positive per il portafoglio bilanciato classico, come afferma Vanguard riassumendo il concetto, il miglioramento delle performance attese della componente obbligazionaria del portafoglio è più che raddoppiato rispetto al mondo di fine 2021, ovvero il mondo pre guerra Ucraina e pre crisi inflattiva. Le aspettative sul rendimento annualizzato decennale della strategia sono passate da un 3,8% ad un 6%, prospettandosi quindi verso un decennio di sicuro miglioramento per la strategia del portafoglio, che avendo vissuto anni di obbligazionario a rendimenti zero nell’epoca dei vari allentamenti monetari ora, con i rendimenti attuali della componente obbligazionaria, la strategia, correttamente inserita in un piano definito e cucito a misura insieme ad un consulente finanziario, può continuare a dare soddisfazioni e tornare ad essere funzione stabilizzatrice della controparte azionaria. La banca centrale aumenta i tassi. Cosa sono i tassi di interesse? E l'inflazione? Perchè lo fanno?6/7/2023 Immaginiamo un lavandino. Immaginiamo un rubinetto aperto, che rilascia con violenza dell'acqua nel lavandino.
Cosa succede quando lo scarico del lavandino tramite il tappo non riesce a far defluire correttamente l'acqua immessa nel lavandino? Succede che la violenza del flusso del rubinetto nel lavandino causa un eccesso d'acqua, che riempie il lavandino fino ad arrivare al definitivo trabocco dell'acqua in eccesso. Nel nostro caso il rubinetto è la banca centrale, che immette con violenza moneta (acqua) nel sistema economico (lavandino) ad un basso costo (basso tasso di interesse) tramite i governi ed i piani di finanziamenti. Quando la moneta nel sistema è troppa, ed il sistema non riesce a farla defluire correttamente, la moneta trabocca all'esterno, ovvero l'inflazione aumenta, perchè troppa moneta nel sistema ha causato un aumento generale dei prezzi. Nel secondo caso, alla figura due, l'immagine ci mostra come si risolve una situazione di inflazione eccessiva nel sistema. Chiudendo i rubinetti, a controllo della liquidità immessa nel sistema. Questo rubinetto, che prima era aperto violentemente, per far fluire tanta liquidità nel sistema tramite liquidità facile, a costo zero, a tassi bassissimi praticamente soldi regalati a chi chiede finanziamenti e mutui, ha causato un inceppamento del sistema, uno strabordare fuori controllo di liquidità che ha inevitabilmente aumentato i prezzi dei beni. Chiudendo il rubinetto, diminuendo la quantità di acqua nel sistema tramite un rialzo dei tassi, ovvero il costo del denaro dei nostri mutui e finanziamenti, rendendo di fatto più costoso chiedere soldi in prestito, l'acqua fluisce più dolcemente, riducendo nel tempo la liquidità nel sistema e riportando in equilibrio l'offerta e la domanda facendo tornare i prezzi al loro valore naturale. Questo semplice esempio romanzato vuole illustrare con estrema semplicità, il perchè una banca centrale aumenta, o diminuisce, il costo della liquidità (e quindi la quantità) nel sistema, per controllare l'ordinato progresso dei prezzi, tramite i tassi di interesse. Il costante incremento dei mercati azionari nel lungo periodo è una frase che chi segue i temi finanziari sente quasi sempre; oggi voglio dare a questa frase una corretta visione approfondita e più concreta.
Sono molteplici i fattori che concorrono al costante sviluppo dei mercati azionari nel lungo periodo, delineando un quadro di crescita sostenibile e resiliente. Innovazione tecnologica: L'innovazione tecnologica emerge come un elemento chiave, aprendo nuovi orizzonti di mercato e offrendo opportunità di crescita senza precedenti. L'adozione di tecnologie avanzate gioca un ruolo cruciale nello spingere la crescita del mercato azionario. Investimento progressivo dei profitti: Le imprese reinvestono i loro profitti con saggezza, destinandoli a espansione e innovazione. Questa pratica non solo migliora l'efficienza operativa, ma stimola anche lo sviluppo di nuovi prodotti, generando un aumento tangibile del valore complessivo delle aziende. Crescita economica sostenuta: La crescita economica rappresenta un pilastro fondamentale per il mercato azionario. L'espansione dell'economia si traduce in un aumento significativo dei ricavi e dei profitti delle aziende, riflettendosi positivamente sul valore delle azioni. Gestione dell'inflazione: L'inflazione, gestita con prudenza, può contribuire all'incremento del valore nominale delle azioni. Una gestione oculata di questo fenomeno rappresenta un elemento significativo nel sostenere la crescita complessiva del mercato. Impulsi dalle politiche economiche: Le politiche di stimolo, attuate sia dai governi che dalle banche centrali, svolgono un ruolo determinante. Riduzioni dei tassi di interesse e stimoli fiscali favoriscono gli investimenti nel mercato azionario, fungendo da pilastri essenziali per la crescita a lungo termine. In questo contesto è importante sottolineare che, nonostante possibili oscillazioni e perdite nel breve periodo, il mercato azionario manifesta una propensione intrinseca verso la crescita sostenuta nel lungo termine. La combinazione sinergica di questi fattori crea un ambiente resiliente e promettente per gli investitori, alimentando la fiducia nel potenziale continuo di sviluppo dei mercati azionari nel corso del tempo. Il Watch Charts Rolex Market Index è un indicatore della performance del mercato secondario degli orologi Rolex.
È composto dai 30 migliori modelli del marchio, ordinati e ponderati in base al valore della transazione. L'indice mostra il prezzo di mercato medio (in USD) di questi 30 orologi nel corso del tempo e viene ribilanciato una volta all'anno il 1° gennaio. Modelli come il Daytona, il Datejust, il GMT ed il Submariner compongono l'indice ponderato dei modelli Rolex. Avete letto qualche titolo di giornale riguardo questa discesa dei prezzi? C'è stato allarmismo tra i media? Al bar i tuoi amici, o tuo cugino durante un pranzo di Pasqua e Natale, ti ha parlato del calo dei prezzi? Se trattassimo i nostri investimenti finanziari come trattiamo i nostri Rolex, ovvero con un giusto distacco perchè sappiamo che l'ingrediente migliore per far crescere i nostri (efficienti) investimenti è solo una gran dose di pazienza unita al controllo emotivo e di supporto di un consulente qualificato, probabilmente saremmo tutti molto più ricchi e soprattutto tutti molto più sereni. . Oggi vi voglio parlare di un caso reale, raccontandovi la storia vera di un ultima pianificazione costruita con un mi cliente, di cui ovviamente cambierò nomi, importi e riferimenti per privacy.
Il nostro rapporto nasce nel 2019, a seguito di una referenza di un altro già cliente che seguo nella pianificazione finanziaria; iniziamo impostando uno spostamento sul conto appena aperto di una somma che rappresenta una piccola percentuale del patrimonio, circa 50.000€ ovvero un 10% del patrimonio finanziario del cliente; restante patrimonio che era investito all'epoca nella parte del 90% interamente presso altre due primarie banche italiane, molto forti e radicate nel territorio veronese dove svolgo la mia professione. Passano gli anni, nel tempo ci si conosce meglio, si comprendono meglio alcuni aspetti e ci si inizia ad aprire anche ad un dialogo che comprende non solo la parte finanziaria, ma i sogni, le aspettative, gli obiettivi del cliente e le disponibilità. Ed è nel corso del tempo che vengo a conoscere l'entità del patrimonio totale del cliente che nel tempo ha visto gli investimenti sottoscritti con i miei suggerimenti, nonostante alti e bassi, progredire e maturare in maniera efficiente, e regolarmente il cliente aggiornarmi con il report degli investimenti, ormai svelato, presso le altre due banche. Arriva il Covid, la ripresa del 2021, comincia il 2022 con la guerra in Ucraina, arriva lo shock sull'inflazione ed il seguente calo degli investimenti azionari ed obbligazionari a seguito del rialzo dei tassi; finisce il 2022 ed inizia il 2023 con un ritrovato ottimismo sui mercati, ma gli investimenti presso le altre due banche continuano a non performare. Gli strumenti sono "piantati", immobili, se i mercati perdono calano simultaneamente, quando i mercati recuperano, come da inizio 2023, i fondi venduti restano al palo. Decidiamo cosi di tirare una riga, dopo qualche consulto insieme analizzando l'intero patrimonio, sull'efficienza effettiva e il comportamento in questi anni degli strumenti, decidendo di vendere questi strumenti inefficienti ormai in possesso da 3 anni, e cambiare. Il cliente vende quindi 450.000 euro di investimenti presso le altre due banche, vedendosi liquidare circa 405.000 euro con una perdita confermata di un 10%, ovvero circa 45.000 euro. Quando si vende un investimento in perdita, qualsiasi strumento, la banca, a seguito della chiusura del deposito contente gli strumenti posseduti e venduti, rilascia un documento chiamato "certificazione fiscale delle minusvalenze"; si viene a generare quindi un credito fiscale trasferibile su qualsiasi banca, con la possibilità di utilizzare quel credito sui futuri guadagni dell'anno in corso e i successivi quattro. Cosa abbiamo costruito insieme? Abbiamo aperto un nuovo contenitore, dichiarando le minusvalenze pregresse provenienti dall'altra banca alla banca con cui lavoriamo, costruendo una strategia semplice, chiara, definita e certa che permetta, grazie a titoli fiscalmente efficienti distribuiti su un orizzonte temporale di 3 anni e mezzo, di generare una plusvalenza garantita di quel 10% circa che il cliente aveva perso con l'altra banca. |
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April 2025
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